Artico, il ghiaccio marino soccombe all'atlantificazione
di Alessandro Berlingeri
I dati satellitari hanno rivelato come l'intrusione delle acque più calde dell'Oceano Atlantico stia riducendo la ricrescita del ghiaccio nell'Oceano Artico durante l’inverno.
Robert Ricker, dell'AWI Helmholtz Center for Polar and Marine Research in Germania, e i suoi colleghi hanno utilizzato i dati satellitari della Climate Change Initiative dell'ESA per mappare i cambiamenti nel volume del ghiaccio marino artico tra il 2002 e il 2019. Hanno calcolato la quantità di ghiaccio che cresce a causa del congelamento ogni mese ed utilizzato simulazioni di modelli per esplorare le cause del cambiamento, il che ha corroborato le loro scoperte. La ricerca pubblicata su Journal of Climate descrive come la temperatura dell'acqua marina dell'oceano adiacente si stia ora aggiungendo alla vulnerabilità del ghiaccio artico.
La quantità di ghiaccio artico varia sensibilmente al variare delle stagioni, raggiungendo la sua estensione massima intorno a marzo, dopo i mesi invernali, e la minima intorno a settembre, dopo lo scioglimento estivo. Nel passato, una scarsa presenza di ghiaccio all’inizio della stagione fredda portava ad una sua crescita più rapida durante la stagione invernale, conducendo ad una stabilizzazione del sistema. "Tuttavia, - spiega Ricker - quello che abbiamo scoperto ora è che nelle regioni del Mare di Barents e del Mare di Kara, questo effetto stabilizzante è sopraffatto dal calore dell'oceano e dalle temperature più calde che stanno riducendo la crescita del ghiaccio in inverno".
Questo nuovo processo è chiamato “atlantificazione”, il che significa che il calore dall'Oceano Atlantico trasportato a latitudini più elevate sta causando una diminuzione dell’estensione coperta dal ghiaccio marino artico.
Il volume di ghiaccio marino nella stagione invernale 2020/21 è stato al minimo da quando si è iniziato a raccogliere dati puntuali nel 2010.
I dati dei satelliti SMOS e CryoSat dell'ESA sono utilizzati per effettuare previsioni sugli spostamenti del ghiaccio marino, fondamentali per la navigazione, la pesca e le comunità locali, ma queste informazioni possono anche potenzialmente migliorare le previsioni meteo e del clima sull’intero pianeta Terra.
https://journals.ametsoc.org/view/journals/clim/aop/JCLI-D-20-0848.1/JCLI-D-20-0848.1.xml